La prima esibizione  

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Quando i camerieri ebbero terminato le portate, Lily vide la gatta e Cromwell scambiarsi uno sguardo. Quindi Victoria si alzò e uscì dalla stanza in silenzio, seguita dagli sguardi dei presenti. Rientro poco dopo, seguita da due grossi tori che trainavano un carro. Per il peso, le ruote del mezzo avevano praticato due lievi solchi nel pavimento ligneo della stanza. Sul carro era deposto un congegno metallico cilindrico, connesso a sua volta con un contenitore rettangolare e quello che sembrava un bollitore, sormontato da una  ruota di un mulino in miniatura.
La gatta si avvicinò all’oggetto.
“Convitati,” iniziò. “La vostra presenza qui, questa sera, ci riempie di gioia e di onore. Sì, di gioia, perché ci mostra non solo come e quanto le menti più celebri d’Inghilterra siano fedeli alla nostra causa, ma anche perché ci dà l’opportunità di mostrarvi una delle meraviglie con cui l’Inghilterra tornerà grande, tornerà conquistatrice.
“Osservate,” disse, indicando l’oggetto. “Questo è il cuore della nuova tecnologia che possiamo proporre.” Prese dal carro due guanti voluminosi, rivestiti di quella che sembrava cotta di maglia, ma le maglie erano di un metallo scuro: ferro, forse, o piombo. Quindi aprì un contenitore cubico, dello stesso colore della cotta, e ne estrasse un cilindro alto non più di un palmo, di un materiale color grigio scuro, con venature gialle. “Questo è il futuro. Questo elemento, da solo, è in grado di sprigionare una enorme quantità di energia, energia che potrà muovere le nostre macchine con maggior forza. E, soprattutto, molto più a lungo: stiamo sperimentando gli usi di questo elemento da ben cinque anni, ormai, e questo cilindro è sempre stato utilizzato in tutti i nostri esperimenti. Questo stesso cilindro. E pensiamo si potrà usare ancora molto, molto a lungo.”
Ripose il cilindro nel contenitore, quindi prese dal carro quella che sembrava una sfera metallica. La svitò, separando i due emisferi e mostrando ai presenti un incavo delle stesse dimensioni del cilindro contenuto nella scatola. Quindi prese il cilindro, lo pose nella sfera e la richiuse. Nel giro di pochi secondi, la sfera iniziò a brillare di un intenso color verde. Lily e Miles si scambiarono un’occhiata.
Victoria infilò la sfera in una nicchia ricavata nel macchinario, vi avvitò alcuni componenti e tirò una leva. La macchina iniziò a produrre un basso mugghio, seguito da un gorgoglio vivo, forte, sempre più rapido. La gatta sorrise, quindi alzò la leva: i rumori si spensero lentamente, fino a far tornare il silenzio. Con lo stesso sogghigno andò presso il bollitore e tirò una seconda leva: accompagnata da un fischio, la ruota del mulino prese a girare immediatamente, ad una velocità tale da non rendere più visibili le pale. I convitati al tavolo presero a confabulare in modo concitato, rivolgendo sguardi attoniti ora alla macchina, ora a Victoria, in piedi presso di essa con le mani sui fianchi, ora a Cromwell, la cui mano scheletrica era posta sulla sfera al centro del suo petto.
“Questa, miei signori, è la tecnologia del futuro,” disse la soriana. “E’ ciò che ci renderà nuovamente gloriosi. Certo, le dimensioni di questo macchinario possono essere grandi, lo riconosco, ma può essere reso più piccolo, più compatto. Immaginate: grandi navi che possano muoversi per tutti i mari, con ogni tempo, senza dipendere dalle bizzarrie del vento, mosse da pale come questa; reggimenti di fanti come quelli che avrete visto per le strade della città, animati dalla stessa forza che avete appena visto all’opera; macchine che scavino, erigano, costruiscano, in movimento perpetuo. Ed è solo l’inizio, miei signori, solo l’inizio.”
Batté le mani, e i due tori riportarono indietro il carro. “Grazie per l’attenzione,” disse quindi la gatta, con un grande inchino. “Questa è stata solo una dimostrazione delle nostre capacità e delle nostre idee. Col vostro appoggio, signori della Loggia, renderemo grande questo Impero, se sarete fedeli alla causa.”
Il generale Waite, che era rimasto impassibile ad osservare il tutto, si alzò in piedi a sua volta, schiarendosi la gola. “Miei gentili signori,” disse, prendendo la parola. “Dopo questa… audace dimostrazione, penso sia il caso di rallegrare l’atmosfera in questa sala,” fece, schioccando le dita. Al suono, gli inservienti aprirono due pesanti ante lungo la parete, rivelando una piccola orchestra da sala che subito iniziò a suonare. Cromwell si alzò in piedi e raggiunse Victoria, che si stava dirigendo verso l’uscita dalla stanza.

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