Un nuovo abito  

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“Lord Oliver Cromwell?” fece Miles. “Ma Cromwell è stato ucciso e decapitato ormai…”
“Da secoli, lo so,” completò Lily, precipitandosi verso le scale. “Per questo non riesco a capire il discorso di Waite: a che gioco sta giocando? Perché citare Cromwell? Perché dire che… è tornato dal regno dei morti? Chi muore, muore, non c’è possibilità che ritorni in alcun modo…” disse. “Se così fosse, se si potesse…” aggiunse, sottovoce.
“Lei pensa che Waite stesse mentendo, Lily?”
“Oh, più che pensarlo mi sembra la cosa più ovvia, Miles. Nessuno può tornare dai morti. E’ un fatto, e ammettere il contrario sarebbe folle, non le pare? Quello che mi domando è: perché proprio Cromwell?” si chiese, iniziando a salire le scale a passo rapido.
“Dove sta andando?”
“A togliermi questo maledetto abito,” rispose, dal piano superiore. “E a cercarne uno più consono per ciò che ho in mente, Miles.”
Il cane la seguì, raggiungendola al primo piano. “Non mi piace questa storia,” proseguì la tasso. “Ho paura, Miles. Ma non ho intenzione di starmene qui con le zampe nelle zampe per… ad aspettare che accada qualcosa. Mio padre mi ha insegnato che devo prendermi sempre ciò a cui tengo e ciò che voglio, e lo farò ad ogni costo.”
“Immagino quindi che lei voglia andare al ballo indetto dal generale,” commentò Ferguson, accompagnando la frase con una smorfia. “Non mi sembra una buona idea.”
“Lì avremo la possibilità di saperne di più, Miles.”
“State parlando al plurale, miss Lily?”
“Perché voi verrete con me, Miles.”
Il cane soppesò la cosa per alcuni istanti, guardandosi attorno. “Sta bene,” disse. “Non sopporterei l’idea di saperla là da sola.”
“Sa, Miles, questo suo lato inaspettatamente protettivo è piacevole,” commentò Lily, portandosi sull’uscio della camera da letto. “Ma le chiedo di non andare oltre. Chi ha orecchie per intendere intenda, Miles,” aggiunse, entrando e chiudendo quindi la porta. Poco dopo ne uscì, indossando nuovamente l’abito del giorno precedente. “Mi sento già più a mio agio, ma avrò sicuramente necessità di cambiarmi ancora,” disse. “Questo è ormai sporco. E non potrò sicuramente recarmi al ballo in questo stato, men che meno con… questi colori.”
“Perché?”
“Il ballo del generale Waite sarà ricco di gente come lui, Miles,” commentò Lily. “Spregevoli bigotti leccapiedi che cercheranno di ottenere potere dall’iniziativa di Cromwell,” fece. “Dobbiamo mescolarci fra di loro il più possibile, dunque… “Che ogni Animale vesta secondo i suoi Colori,” no? E allora, che sia.”
“Lei non ha abiti che seguano la Livrea, miss Lily?”
“Alcuni,” rispose la giovane. “Ma non sono certamente i miei preferiti. E avrò bisogno anche di un’altra cosa,” disse, recandosi nella replica della sua camera. “Se davvero questa villa è una esatta copia della nostra casa, lo studio di mio padre dovrebbe essere in fondo a questo corridoio.”
“In effetti c’è uno studio,” confermò il cane. “Polveroso, con tutti gli scuri chiusi.”
“E un grande armadio in ebano?”
“Sì, vicino ad una finestra.”
“E’ quello che speravo,” commentò Lily, aprendo il proprio armadio e cominciando a rovistare. Ferguson si era fermato sulla soglia. “Lì dentro devono esserci gli abiti formali della Loggia. Ne avrò bisogno, se vorrò entrare a far parte del gruppo.”
“Ma lei non è… ancora, per lo meno… parte della Loggia dei Costruttori, miss Lily.”
“Lo so,” rispose lei, afferrando un vestito e lanciandolo con mala grazia sul letto, in una nuvola grigia e marrone di tessuti svolazzanti. “Ma è aperto anche ai parenti stretti, e spero che il nome di Gregory Edgecombe valga qualcosa anche dopo la sua morte. Ora, Ferguson, se vuole scusarmi, una signorina necessita della propria privacy.”
“Domando perdono,” rispose il cane, chiudendo la porta.
Lily aveva rispolverato uno dei suoi vecchi abiti in linea con i canoni della Livrea, corpetto grigio e gonna nera a campana con del pizzo bianco. La taglia era ancora giusta, nonostante non fosse un abito recente e il suo corpo fosse cambiato da quel periodo, assieme alle sue preferenze in tema di colori. “Entri pure, Miles,” disse, controllandosi allo specchio.
Ferguson entrò a passi lenti e misurati, come se avesse timore di rompere qualcosa. Lei si voltò, alzò appena l’orlo della gonna e fece un piccolo inchino.
“La Livrea le dona, miss Lily. Non lo avrei mai pensato.” 

This entry was posted on 8/09/2011 at 11:35 and is filed under . You can follow any responses to this entry through the comments feed .

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