L'officina e il nuovo materiale  

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L’officina era stata allestita nei sotterranei del Parlamento, fra arcate, scarichi fognari e fondamenta di pietra. C’era un forte odore di muffa e di chiuso, ma in quel momento tutti i pensieri di Victoria Produhorn erano focalizzati sulla macchina che aveva davanti agli occhi. Avrebbe dovuto essere pronta per quella sera, per la cena offerta ai patroni della Loggia dei Costruttori.
Victoria strinse uno degli ultimi bulloni, si pulì le mani su un panno e ammirò il blocco di metallo ben lucidato. Udì dei passi sulla scalinata alla sua destra, un lento alternarsi di schiocchi metallici che si avvicinavano.
“Lord Cromwell,” fece, inchinandosi. “La macchina è pronta.”
L’ariete le si avvicinò, contemplando a sua volta il voluminoso oggetto. “Molto bene, signorina Proudhorn. Ha già avuto modo di provarlo?” chiese, portandosi la mano scheletrica al petto, sopra la sfera pulsante di luce incastonata al centro.
“Lo farò a breve, Lord Protettore, ma sono più che sicura che lo strumento avrà molto successo. La copia più piccola è già sul suo gurney, mio signore, attiva e perfettamente funzionante. La sfera potrà fornire energia al gurney per centinaia di anni, ed è solo un quarto delle dimensioni di quella che mantiene in funzione il suo esoscheletro,” disse, alludendo all’armatura dell’ariete. “Pensi a… a cosa potrebbe ottenere con questo sistema. Energia pressocché infinita, per Londra e l’Inghilterra.”
“Ma non è un’energia facile da reperire,” contestò.
“Lo so, mio signore, ma le mie ricerche mi portano a credere che l’Africa, soprattutto la regione in cui sorge il fiume Niger, potrebbe essere una ottima sorgente di questo materiale, di questo fuoco,” rispose Victoria. “Alcuni dei… processi… che potrebbero portare all’isolamento di versioni più pure di questo materiale sono ancora… dovrò ancora lavorarvi su, mio signore, ma non necessiterò di molto tempo per farlo. Inoltre, ho ottime prospettive sui giacimenti di pechblenda della zona del fiume Zaire. Esploratori ed esercito ci daranno ciò di cui abbiamo bisogno. Dovremo essere audaci, mio signore, ma… con questa tecnologia potremmo sbarazzarci di tutti i nostri contendenti e finalmente…”
“…tornare a stabilire il nostro dominio sull’Europa,” concluse Cromwell. “E poi sulle Colonie.”
“E sul mondo, mio signore.” 

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